Pillole di Storia - Ep.11 | Giorgio Bongiovanni, l'eterno ragazzo

04 mar 2023

Undicesima puntata della storia del basket torinese a cura dei gemelli Giorgio e Paolo Viberti

A 97 anni Giorgio Bongiovanni, nato il 4 marzo 1926, è il secondo cestista azzurro più anziano ancora in vita, preceduto soltanto da Carlo Negroni, classe 1925.

Come quest'ultimo Bongiovanni è bolognese di nascita, ma percorse la seconda parte della carriera a Torino, sua città di adozione nella quale vive ormai da quasi settant'anni insieme con la sua famiglia della quale purtroppo non fa più parte dal 2018 l'amata consorte Franca Ronchetti, lei pure protagonista della storia della pallacanestro italiana con 7 scudetti vinti tra gli anni 40 e 50 (meglio anche della più celebre sorella Liliana) e 7 anni di presenze in Nazionale.

Giorgio cominciò a distinguersi come cestista subito dopo la Seconda Guerra Mondiale nelle file dello Sporting Club Gira, l'altra società di Bologna oltre alla gloriosa Virtus, che in verità era nata come sodalizio di ciclismo (il nome "Gira" si ispira a Costante Girardengo, il primo Campionissimo del pedale), prima di dedicarsi dal '45 anche alla pallacanestro. In pochi anni il Gira salì nella Serie A di basket, dando vita dal 1949 alle prime appassionanti sfide stracittadine contro le già famose V Nere (tricolori per 4 anni di seguito, dal 1945 al 1949). Bongiovanni fu tra i protagonisti di quegli appassionanti derby e anche di memorabili confronti con la leggendaria Olimpia Borletti Milano (5 scudetti di fila dal 1950 al 1954) che più di una volta dovette cedere in casa del Gira.

Atleta non altissimo di statura ma molto mobile, acrobatico e dal grande controllo di palla, Bongiovanni aveva imparato a giocare da James Larry Strong, militare sbarcato ad Anzio con la Quinta Armata statunitense e poi "arruolato" dallo sport italiano per le sue grandi competenze anche nel baseball e nel football americano. Diventato ben presto allenatore oltreché giocatore del Gira, Bongiovanni nei primi anni 50 portò la "seconda" squadra bolognese al 3° e poi al 2° posto della classifica finale della Serie A, anche davanti ai "cugini" della Virtus, spesso battuta nei derby bolognesi.

Il "Bongio", che in campo correva, saltava e segnava come un matto, fu ben presto chiamato anche in Nazionale. Agli ordini del ct Elliot Van Zandt, esordì in azzurro nel gennaio del 1950 a Nizza per un'Italia-Austria che qualificava ai primi Mondiali della storia, a Buenos Aires, ai quali però alla fine la nostra Nazionale decise di rinunciare. Bongiovanni nel 1951 tornò azzurro (con Cesare Rubini, Vittorio Tracuzzi, Sergio Stefanini, Giancarlo Primo...) e l'Italia finì quinta agli Europei di Parigi e terza ai Giochi del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto. La Nazionale lo chiamò ancora per i Giochi di Helsinki 1952 e per gli Europei di Mosca 1953 (con Achille Canna, Tonino Zorzi, Sandro Riminucci...): alla fine saranno 50 le sue presenze in maglia azzurra.

Legatosi sentimentalmente a Franca Ronchetti, la sposò a Bologna nel 1954, quindi accettò un doppio ingaggio, per sé e per la moglie, da un dirigente di Torino, dove ad attenderlo ci sarebbe stato anche un lavoro sicuro in un'industria meccanica. Bongiovanni sotto la Mole giocò ancora per una decina di stagioni nella società Riv, che militava nella seconda divisione nazionale, mentre la moglie Franca vestì la maglia del Fiat, dove avrebbe conquistato altri tre scudetti nei primi anni 60. Giorgio continuò a giocare fino a quasi 40 anni e contribuì a svezzare nella Riv numerosi ottimi giovani cestisti, fra i quali un certo Alberto Merlati.

Appese le scarpe al chiodo diventò allenatore, entrando in seguito anche nello staff di tecnici famosi come Dido Guerrieri, Gianni Asti e Federico Danna. Come loro Giorgio Bongiovanni, l'eterno ragazzo, ha scritto pagine importanti e indimenticabili nella storia della pallacanestro torinese e nazionale.

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