Pillole di Storia - Ep. 5 | A 30 anni dal miracolo di Jay Vincent

22 dic 2022

La tripla allo scadere di Luca Vencato nella partita di domenica scorsa a Milano, che ha permesso alla Reale Mutua Basket Torino di passare in extremis sul campo dell'Urania, ricorda un'altra impresa simile, forse persino più incredibile, che 30 anni fa vide protagonista la squadra di vertice del basket torinese.

Era il 27 settembre 1992 e l'allora Robe di Kappa Torino ospitava al PalaRuffini, oggi PalaGianniAsti, i campioni d'Italia della Benetton Treviso. Torino, guidata in panchina da Federico Danna che la stagione precedente era subentrato a Dido Guerrieri, schierava Abbio, Casalvieri, Della Valle, Prato, Silvestrin, Trevisan, Masper, Iacomuzzi e gli stranieri Melnik e Vincent. La corazzata Benetton, allenata da Pero Skansi, rispondeva con Mian, Iacopini, Riccardo Esposito, Ragazzi, Teagle, Vianini, Rusconi e il grande Toni Kukoc. Sulla carta non c'era partita.

Treviso, pur orfana del grande play americano Vinnie Del Negro (partito per la Nba e sostituito dal comunque ottimo Teagle), schierava il croato Toni Kukoc, mister Europa e vice campione olimpico a Barcellona dietro al Dream Team statunitense, un fuoriclasse che l'anno successivo sarebbe stato ingaggiato dai Chicago Bulls di Michael Jordan per conquistare tre titoli Nba. Il centro di quella Benetton era poi l'azzurro Stefano Rusconi, che tre stagioni più tardi sarebbe stato il primo cestista italiano a giocare nella Nba, con i Phoenix Suns.

Uno degli stranieri di Torino era invece il semisconosciuto e misterioso Igor Melnik, 30 anni, nato a Kiev, in Ucraina, ma con passaporto lettone, salito alla ribalta con la Nazionale di Riga nelle qualificazioni olimpiche di Granada contro l'Italia, quando aveva rifilato 36 punti agli azzurri del ct Sandro Gamba e in faccia proprio a Rusconi. Quella grande prestazione gli era valsa la chiamata di Torino, ma con un ingaggio di soli 100 mila dollari, un quarantesimo del ricco gettone garantito da Treviso a Kukoc. L'altro straniero di Torino era l'americano Jay Vincent, una decina di stagioni nella Nba (l'ultima ai Lakers) prima di approdare in Italia all'Olimpia Milano, quindi a Livorno e infine a Torino.

Quella tra Torino e Treviso fu una sfida esaltante, con la Robe di Kappa più volte sul punto di crollare eppure sempre capace di replicare alle magie di Kukoc (30 punti per il croato alla fine), Iacopini (29) e Rusconi (18). Abbio firmò il 98 pari allo scadere del 40' e poi il tentativo di allungo torinese nell'overtime, ma Kukoc riuscì a riportare in vantaggio la Benetton con due triple e l'entrata del 109-110 per Treviso a un solo secondo dallo scadere del supplementare. Time-out di Danna per disegnare l'ultima azione disperata: rimessa da fondo di Della Valle con un lungo lancio per Vincent, che dopo una piroetta sul piede perno si librò in aria e scagliò un missile da una dozzina di metri, centrando l'incredibile canestro della vittoria che fece esplodere gli spalti gremiti del PalaRuffini. Risultato finale 112-110, con 33 punti di Vincent, 26 di Melnik, 18 di Abbio e 14 di Della Valle. Alla fine di quel campionato purtroppo Torino sarebbe retrocessa in serie A2, dalla quale non sarebbe più risalita. Ma quell'impresa verrà per sempre ricordata come "Il miracolo di Jay Vincent".

Notizie correlate